Il Mycoplasma genitalium, conosciuto anche con le sigle MG e Mgen, è un piccolo batterio Gram-Positivo appartenente al peculiare genere Mycoplasma, un insieme di microorganismi che non presenta una parete cellulare attorno alla membrana cellulare. Ciò li rende inattaccabili da antibiotici comuni come la penicillina e o i beta-lattamici, che hanno come obiettivo proprio la sintesi della parete cellulare. Poiché ha dimostrato resistenza agli antibiotici macrolidi utilizzati per contrastarlo e i tassi d’incidenza delle infezioni continuano a crescere, sta preoccupando gli scienziati. Il rischio, come indicato, è quello che possa trasformarsi in un nuovo superbatterio, quelli che a partire dal 2050 potrebbero uccidere nel mondo una persona ogni tre secondi. Nel 2012 il Mycoplasma genitalium è stata la prima forma di vita riprodotta al computer.
I sintomi del Mycoplasma genitalium
Il Mycoplasma genitalium trova terreno fertile sulle cellule epiteliali ciliate del tratto urinario e genitale e può essere trasmesso facilmente attraverso i rapporti sessuali. La sua diffusione può essere fermata utilizzando il preservativo. Spesso la sua colonizzazione è del tutto asintomatica (è dunque in rapporto commensale), ma in numerosi casi si manifesta con una seria morbilità sia negli uomini che nelle donne. Tra i principali sintomi ci sono uretriti (infiammazioni dell’uretra), bruciore durante la minzione, perdite di sangue e di muco nelle donne e di una soluzione acquosa negli uomini. Nelle donne possono manifestarsi estese infiammazioni dell’apparato riproduttivo, come cerviciti, endometriti e salpingiti (infiammazione delle tube di Falloppio). Nelle circostanze più gravi il patogeno può portare alla sterilità nelle donne, inoltre si sospetta un suo possibile coinvolgimento nello sviluppo di cancri e linfomi a prostata e ovaie.
Diagnosi e cura
La diagnosi delle infezioni da Mycoplasma genitalium avviene attraverso specifici test chiamati NAAT (test di amplificazione dell’acido nucleic) che rilevano il DNA e l’RNA del patogeno. I test diagnostici più recenti puntano a individuare anche le mutazioni legate alla resistenza del batterio agli antibiotici macrolidi. Diagnosticata la sua presenza, si procede con un trattamento antibiotico a base di azitromicina o doxiciclina, verso i quali Mycoplasma genitalium può manifestare una notevole resistenza. In base alla risposta dei pazienti, i medici possono prescrivere altri antibiotici come moxifloxacina e pristinamicina.